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Bollettino contadino: tempo d’estate

Bollettino contadino: tempo d’estate

L’estate è arrivata, è tempo di raccogliere, mietere il grano, preparare i foraggi per l’inverno ancora lontano, ma anche ormai prossimo.

Anguria, pesche, meloni, peperoni di ogni forma e colore, e…pomodori: che gioia ritrovarli ogni anno! L’estate è la più bella di tutte! Questa però è speciale, è una di quelle che fanno pensare.

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Secondo Coldiretti sono circa 2 i miliardi di danni alle coltivazioni e agli allevamenti dovuti ad un andamento climatico anomalo. Gelate fuori stagione, caldo in anticipo, piogge violente ma scarse. Non piove. Questa è l’estate della siccità.

Come si irrigano i campi senz’acqua? Pomodori, anguria e insalate come fanno a crescere sane? E gli animali al pascolo che mangeranno a gennaio? “ L’acqua arriva quando il gestore vuole o può”, racconta Massimiliano Favaro, “ e noi per il momento resistiamo, spostiamo le semine autunnali, facciamo i sovesci per preservare la vitalità del terreno e aspettiamo”.

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Nocciole e olive le abbiamo perdute con le gelate, la vigna ha sofferto, ma sembra essersi ripresa, di foraggio ne abbiamo assai meno quest’anno, forse un quinto di quello dell’anno passato” ci racconta Mario della Fattoria Lucciano “In parte tutto questo è normale, tutti gli anni sono “anomali”, da sempre, ma qui non si tratta solo di questo, è ormai evidente che il clima cambia e che noi  non possiamo ignorarlo. Dobbiamo cambiare anche noi. Resistere, adattarci, mutare, adeguarci. Non possiamo certo iniziare a piantare banane dall’oggi al domani” dice ridendo Mario “ ma innovare, sperimentare, spostare le semine, puntare sulla capacità che ha la natura di trovare la soluzione migliore al problema, cercare tra le varietà in campo, tra quella biodiversità di cui tanto si parla, le varietà che meglio si adattano a questa nuova realtà”.

Certo, questo non basta, c’è altro di molto più grande da fare a partire da noi, dalle nostre singole scelte, e poi sempre più in alto fino ad arrivare a decisioni comuni, condivise da tutti gli Stati. Ci vorranno degli anni, creatività e lavoro, ma questa oggi sembra l’unica strada da prendere, almeno dal nostro punto di vista.

Piccola rassegna stampa

“Salgono a circa 2 miliardi le perdite provocate alle coltivazioni e
agli allevamenti da un andamento climatico del 2017 del tutto anomalo
che lo classifica tra i primi posti dei più caldi e siccitosi da oltre
200 anni, ma segnato anche da disastrosi incendi e violenti temporali
che si sono abbattuti a macchia di leopardo.”
http://www.coldiretti.it/news/Pagine/553-%E2%80%93-17-Luglio-2017.aspx

“Roma è in emergenza idrica perché nei primi venti giorni di luglio è
caduto il 73% di pioggia in meno, peggiorando una situazione che nei
primi sei mesi dell’anno aveva già visto una costante diminuzione
delle precipitazioni.”
http://www.coldiretti.it/News/Pagine/578-%E2%80%93-26-Luglio-2017.aspx

“Il capitale naturale è costituito proprio da tutte le risorse,
rinnovabili e non, che la natura ci fornisce gratuitamente: piante,
animali, aria, acqua, suolo, minerali. Risorse che ci forniscono dei
benefici, definiti come servizi ecosistemici. Di per sé il patrimonio
del capitale naturale si è evoluto fino a essere autosufficiente.
Negli ultimi secoli, però, la pressione umana è aumentata senza sosta
(urbanizzazione, agricoltura e pesca intensiva, inquinamento delle
acque ecc.), consumandolo a un ritmo che i cicli della natura ormai
non riescono più a sostenere. Chi ci perde siamo noi: perché non
troveremo mai qualcuno che ci fornisca, gratuitamente, servizi anche
solo lontanamente comparabili a quelli degli ecosistemi.”
http://www.lifegate.it/…/news/capitale-naturale-biodiversita

“È altissimo il conto da pagare per il caldo incessante e le
temperature oltre la media delle ultime settimane: due terzi
dell’Italia e dei campi coltivati lungo la Penisola sono a secco..”
https://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/23/siccita-i-due-terzi-dellitalia-e-a-secco-dieci-regioni-pronte-a-chiedere-stato-di-calamita-danni-per-2-miliardi/3748852/



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