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Che frutta fa? Autunno: mele, arance, mandarini e cachi

Che frutta fa? Autunno: mele, arance, mandarini e cachi

L’autunno in frutta: colori e nutrienti

Ottobre è quasi finito. L’autunno sembra essere finalmente arrivato e la tua cesta di frutta segue il passo della stagione che cambia.
La clorofilla si ritira e sparisce e tutto si tinge di oro, rosso e d’arancio.

Questo spettacolo cromatico non è solo estetico: i frutti autunnali, ricchi di carotenoidi e antocianine, sono potenti antiossidanti che ci aiutano a prepararci al freddo inverno.

I cachi, simboli di lentezza e virtù

Il cachi è un simbolo perfetto di questo passaggio. Nessun frutto somiglia tanto all’Autunno.

Tondo, morbido, lento. Il caco non ha fretta: matura piano, spesso oltre la raccolta, e diventa buono solo quando sembra sul punto di cedere.

Inoltre, nel cuore custodisce il futuro: forbice, cucchiaio o coltello (fragili forme stilizzate nel seme) si dice siano previsioni su come sarà l’inverno. Per i cinesi è l’albero delle sette virtù: longevità, resistenza, bellezza, compassione, allegria, generosità e ricchezza. Per i Giapponesi e non solo per loro è simbolo di rinascita e di pace. Dopo la bomba di Nagasaki, alcuni alberi di caco sopravvissero all’esplosione e rifiorirono. Questo evento ha dato origine al Kaki Tree Project, un’iniziativa artistica e internazionale che diffonde piantine di “seconda generazione” di quest’albero in tutto il mondo come simbolo di pace e di rinascita.

L’autunno inizia con le mele e con l’uva

L’autunno però compare in anteprima già alla fine di agosto, con la raccolta delle prime mele mentre esplode la stagione dell’uva. Il passaggio si consolida con l’arrivo di melagrane e cachi, mentre l’inverno fa capolino con i mandarini e le arance.

Le stagioni e la frutta hanno tracciato nel tempo il ritmo della nostra presenza sulla terra, scandendo raccolti, feste e tradizioni. Su questo ritmo e su queste alternanze, fatte di arrivi e di partenze, che abbiamo nel corso dei secoli e dei millenni disegnato la nostra presenza su questa terra.

Mele: storia, miti e proprietà

Le mele, ad esempio, sono tra i primi frutti addomesticati dall’uomo, già 4000 anni fa i babilonesi ne conoscevano diverse varietà e, da allora, sono presenti nei miti di molti popoli del mondo. Una leggenda racconta di un albero delle mele d’oro, custodito da Idunn, dea della giovinezza, che donava l’immortalità agli dèi.

Quelle che arrivano da te sono coltivate da Michael di Podere Fontecornino, un’azienda agricola di Montepulciano (Siena). Michael coltiva in biologico più di 11 diverse varietà di mele su 15 ettari di terreni.

Se guardi le mele puoi capire come è andata la stagione: la buccia e la polpa raccontano tutto se le si sa guardare.

Forse non sai che contengono pectina, una fibra che regola l’intestino e tiene a bada il colesterolo. Ma la pectina sta nella buccia: ecco perché è molto meglio mangiarle intere e a morsi!

Arance e mandarini: ricette e curiosità

Anche nel caso delle arance (e in generale di tutti gli agrumi) se coltivate bene (in biologico o senza uso della chimica di sintesi) buttare via la scorza è un peccato. Se la conservi e la fai essiccare puoi aggiungerla al sale ed usarlo per condire il pesce o le verdure. Oppure puoi preparare un oleolito agli agrumi, un olio profumato da spalmare sul corpo, ma buono anche sulle insalate. E, infine, ricorda: puoi addirittura candirle! Insomma: se hai fantasia la frutta non si butta, si reinventa! D’altra parte, l’arancia è un oggetto perfetto! Anni fa lo aveva già detto e scritto Munari:

“L’arancia quindi è un oggetto quasi perfetto dove si riscontra l’assoluta coerenza tra forma, funzione, consumo. Persino il colore è esatto, in blu sarebbe sbagliato”.

Bruno Munari (1998) Good Design, Mantova, Corraini Editore.

E se questo non basta, sappi che il nome cela un segreto. In arabo, infatti, arancia, dovrebbe significare “frutto amato dagli elefanti”

Il mandarino, invece, deve il suo nome ai dignitari imperiali cinesi, i “mandarini”, che indossavano vesti color zafferano.

Se l’arancia è un oggetto di design perfetto, il mandarino lo è anche di più: piccolo e maneggevole puoi portarlo con te dappertutto. E se lo tieni in tasca, profuma anche il cappotto.

Cambiamenti climatici e incertezza dei raccolti

Mentre noi ci dilettiamo con bucce e ricette, nei campi non sempre ride.

Il clima questi ultimi anni è cambiato velocemente, i raccolti sono sempre più incerti e l’agricoltura è diventata un equilibrismo. gli eventi meteorologici estremi arrivano con una certa regolarità, mentre il ritmo delle stagioni un ricordo passato: gli alberi fioriscono troppo presto o tardi, il tempo del freddo si confonde con quello del caldo, gli inverni sono sempre più brevi e  più miti.  Insomma, si coltiva con speranza e coraggio mentre si cercano nuovi modi e soluzioni per cambiare velocemente. E intanto ciascuno può fare le sue scelte che messe insieme fanno il futuro che scegliamo di far avverare.

Noi, nel nostro piccolo, possiamo scegliere quale frutta mangiare e quale agricoltura vogliamo che cresca: quella che trasforma i cibi in merci e le campagne in industrie o quella che rispetta la terra, il paesaggio e l’ambiente.



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