16 Lug Ricordi. O forse è meglio dire Incontri o ancora Ricette 2!
Ricordi. O forse è meglio dire Incontri o ancora Ricette 2!
Raccontarsi con le ricette
Cosa dicono di noi i gesti quotidiani? È possibile raccontarsi a partire dalle mani, dall’olfatto, dalla vista e dal gusto? E farlo può innescare una piccola rivoluzione? Per Gabriella la risposta è senz’altro affermativa. Gabriella De Angelis è formatrice esperta in Metodologie Autobiografiche (LUA – Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari) e nel 2020 ha gestito un gruppo di scrittura autobiografica che traeva spunto dalle ricette.
“L’idea era partire da Casalinghitudine, il libro di Clara Sereni”. Casalinghitudine, ricorda Gabriella, “nasceva dalla consapevolezza che cucinare non è un’attività puramente materiale, una tecnica, ma è la prima forma di cura e, insieme, un linguaggio che, come gli altri, racconta il mondo, le persone che lo abitano, le loro storie”. La casalinghitudine forzata della pandemia “ci spingeva a rivivere anche la casa come un luogo di memorie, a riappropriarci dello strumento della scrittura per raccontare una delle attività tipiche dell’essere donna”. Il gruppo, sebbene misto, era composto prevalentemente da donne. “La casalinghitudine in quel momento ha riguardato un po’ tutti”, donne e uomini; ma per le donne, si sa, la cucina è un luogo denso di sovrastrutture. In cucina si respira la storia delle innumerevoli donne senza volto che ci hanno precedute e la cui vita era tutta risolta all’interno delle mura domestiche. Aleggiano poi gli imperativi impliciti che ancora gravano sulle donne: curare, nutrire, rigovernare.
Molte donne hanno rifiutato o rifiutano, con orgoglio, la cucina e tutto ciò che essa rappresenta.
Rivoluzionare il gesto del cucinare
Ma con la pandemia, spiega Gabriella, “c’è stata l’opportunità, data anche dalle condizioni di un tempo più rilassato, di rivivere la casa come un luogo di memorie più che di obblighi, di ripensare alla cucina non come a un’abitudine da sbrigare nel minor tempo possibile o da infilare nelle molte altre cose che riteniamo più importanti (e che ci hanno fatto emancipare come donne), ma come la possibilità di interrogare parti di noi stesse che erano state accantonate”. In controtendenza con la moda dei cooking shows e degli chef stellati, iniziare l’avventura di una scrittura autobiografica, collettiva, basata sulle ricette di casa, ha significato per Gabriella e per gli/le partecipanti invertire la logica di una preparazione: pensare al processo prima che al risultato, interrogarsi su cosa si compra e perché, riconciliarsi con memorie che si credevano perdute e metterle in condivisione.
Condividere, nonostante tutto!
Per la prima volta, il laboratorio di scrittura autobiografica che Gabriella guida da anni, ha dovuto tenersi online. Ma questo non ha impedito che si creasse uno spazio di incontro, su un altro livello. “Questa era l’idea: scambiarci esperienze e memorie nella distanza, colmarla parlandoci attraverso scritture che erano specificamente connesse alla dimensione della preparazione del cibo”. Ecco perché Quanto basta, il libro che raccoglie le scritture del laboratorio, è un’unica “autobiografia corale”: così nel Ragù di Ginevra, scritto da Rossella F., si mescolano le memorie infantili, il ricordo della nonna e della prima eclissi; il Risotto al curry di Mauro è una carezza all’amica Paola; il Pasticcio di ziti, nella storia di Livia, s’intreccia con le rivoluzioni del ‘77. Ricordare è contagioso, si sa: “Scambiandoci settimana dopo settimana ricette e ricordi abbiamo vissuto l’emozione sempre esaltante che scaturisce del riconoscersi in altre storie, come in un gioco di specchi, in cui si sovrappongono e trovano senso le mille sfumature dell’esperienza umana”.
Sfogliando Quanto basta sapori, odori, gesti e ricordi sembrano parlarsi da una pagina all’altra, tanto che – proprio come davanti a un buon piatto – non si vorrebbe più smettere di assaggiare.
Abbecedario Rivoluzionario
Parole noiosette che nascondono un lato sovversivo
Claudia Marsulli, dottoranda dell’Università La Sapienza di Roma ha cercato per noi il lato sovversivo (nemmeno così nascosto) di ciò che si fa attendere, gira, si ripete, torna. È nato così un piccolo abbecedario digitale e rivoluzionario intessuto di riferimenti letterari, consigli di lettura e spunti di riflessione.
L’Abbecedario Rivoluzionario è stato realizzato nell’ambito del dottorato in Scienze del Testo (PON: Dottorati Green).
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