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E tu che cavolo vuoi?

E tu che cavolo vuoi?

“Manu, bisognerà scrivere un post per spiegare perché nelle scorse settimane abbiamo avuto pochissimi cavolfiori e broccoli”, mi dice Simona, io annuisco, prendo l’appunto sul mio quaderno e intanto penso alla sensazione di quasi panico che provo nel sentire le parole: “broccolo romanesco”. Qual è il broccolo romanesco? Nella mia mente le immagini del romanesco si sovrappongono a quelle del cavolfiore e del broccolo siciliano. Come posso scrivere questo post se non so distinguere i cavoli? Perciò mi sono detta: “per prima cosa studio, fotografo e scrivo – per me e per tutti quelli che come me non sanno riconoscere i cavoli – due parole per fare ordine”.
E dunque, facciamo un po’ d’ordine.

La maggior parte di cavoli è originaria del bacino del Mediterraneo dove sono coltivati da secoli (si trovano tracce letterarie sulle proprietà benefiche dei cavoli negli scritti di Plinio).
Appartengono alla famiglia delle crucifere, varietà brassica, e comprendono numerose forme. Di alcuni si mangia il fiore non ancora maturo e di altri le foglie.
Contengono poche calorie, molti minerali, acido folico, fibre, vitamina C. Sono ricchi anche di composti di zolfo che sono responsabili del cattivo odore che si sprigiona durante la cottura.
Maria Pia mi ha svelato un piccolo segreto per attenuare il cattivo odore: mettere un po’ di pane, meglio se imbevuto d’aceto, nella pentola in cui vengono cotti, o cospargere d’aceto il coperchio.

Ed ora, dopo aver fatto chiarezza veniamo al vero oggetto di questo post: perché  i cavolfiori e i broccoli scarseggiano? Chiamo Daniele Caramadre e giro a lui la domanda. “A novembre e dicembre le temperature sono state piuttosto alte, i cavoli sono maturati prima e a dicembre abbiamo raccolto quello che avremmo dovuto raccogliere a gennaio. A Natale, quando voi eravate chiusi per le feste, eravamo pieni di cavoli…”  mi dice Daniele. “Tra Natale e Capodanno, le temperature si sono abbassate di colpo ed è arrivata la tramontana. I cavoli soffrono molto questi sbalzi di temperatura, soprattutto il gelo, e infatti una parte del raccolto si è rovinata. Se non succede nulla (sbalzi di temperatura molto grandi o gelate) a febbraio raccoglieremo i cavoli che stanno ancora crescendo sui campi e torneremo ad averne in abbondanza”.

Speriamo!



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