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Mostoitaliano

Mostoitaliano

“A me non interessa fare prima; a me, interessa fare meglio”.

Quando Francesco Casellato ha deciso, nel 2018, di aprire un birrificio ha voluto anche assicurarsi che ne avrebbe aperto uno diverso da tutti gli altri, che avesse una identità chiara e definita.
Francesco ha fatto una scelta: usare solo ingredienti nazionali, coltivati bene e il più vicino possibile.
Situato all’interno della riserva naturale di Decima Malafede, Mostoitaliano è nato sui terreni della cooperativa agricola “Agricoltura Nuova”. Dalle finestre del laboratorio si vedono i campi dove crescono gran parte delle materie prime impiegate per la produzione delle sue birre.  L’orzo, il grano, l’avena, il triticale ed addirittura il luppolo, infatti, sono coltivati  con il metodo biologico da Agricoltura Nuova. Dopotutto la birra – come dice Francesco – non si beve: si coltiva! Dal campo passano, poi, direttamente al laboratorio dove Francesco ne segue passo passo il processo di trasformazione. Dopo aver fatto germinare i semi dell’orzo in un laboratorio in Umbria, Francesco esegue la maltazione nel suo laboratorio, reinterpretando una “ricetta” inglese e cuocendo i cereali nell’acqua di Roma (opportunamente trasformata in acqua purissima grazie al processo di osmosi inversa). Arriva, poi, il momento di aggiungere il luppolo di cui Francesco può vantare ben due varietà. Mosto Italiano è uno dei pochi birrifici, in Italia, a non comprare luppolo all’estero ma a coltivarlo direttamente. Ci sono volute non poche sperimentazioni e tentativi prima di iniziare a farlo crescere!
Si passa, poi, al delicatissimo momento dell’imbottigliamento, nel quale bisogna tenere conto di molti fattori e in cui c’è un ingrediente principale da non dimenticare: il tempo!
Uno dei passaggi finali della produzione delle birre di Mosto Italiano prevede l’aggiunta di un poco di lievito e zucchero poco prima della “tappatura” finale. Questo permette alle birre di fermentare naturalmente, in bottiglia: possono volerci fino a due settimane prima che il prodotto sia veramente pronto!
Come dice Francesco, però, l’importante non è arrivare prima o sacrificare l’anima del prodotto e del progetto stesso per poter rispondere alla domanda del mercato.
L’importante è non rinunciare alla qualità e creare un prodotto che non sia solo gustoso (dopotutto i gusti sono soggettivi e non è sempre detto che ci si trovi d’accordo sulla bontà) ma che sia creato seguendo i ritmi naturali delle trasformazioni, senza usare ingredienti che ne accelererebbero i processi.



Filiera Produttiva:

Il ciclo della produzione si svolge quasi interamente in azienda e con materie prime italiane. Solo la germinazione dell’orzo e la tostatura avvengono in un laboratorio in Umbria mentre il resto della produzione avviene direttamente nel birrificio. Gli ingredienti principali (l’orzo, il luppolo, il grano, l’avena e il triticale) crescono nei campi accanto al laboratorio mentre l’acqua usata nella ricetta della birra è quella di Roma (filtrata grazie ad un processo di osmosi inversa che la alleggerisce dei sali minerali). L’imbottigliatura avviene in azienda con un impianto ricondizionato e il prodotto viene lasciato riposare fino a 15 giorni dopo la chiusura della bottiglia, in modo da permettere la fermentazione naturale.

Certificazioni:

Non hanno certificazione biologica ma usano solo ingredienti italiani al 100%; il malto e il luppolo sono coltivati in regime biologico nella vicina cooperativa ed anche il lievito (che Mosto Italiano prende dal Nord Italia) è certificato in biologico.

Prodotti principali:

Birra

Indirizzo:

Via Valle di Perna 315 Roma, RM

Sito web:

https://www.mostoitaliano.com/



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