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Storia dell’albero di pesco

Storia dell’albero di pesco

Si racconta che il primo albero di pesco mise radici sulla terra grazie ad un pescatore che trovò il nocciolo nella pancia di un pesce.  Lo estrasse e lo guardò con curiosità, pur non sapendo bene cosa fosse, pensò potesse essere un seme e, dunque, lo piantò nel suo giardino. Nacque una piantina che si trasformò presto in un giovane albero e in primavera si riempì di fiori rosei e poi di frutti dolci e succosi. Una volta che li ebbe assaggiati, il pescatore pensò di ricordare l’origine marina di questo nuovo frutto chiamandolo, per l’appunto, pesca.

In realtà il nome della specie è legato alla Persia, ritenuta per errore dagli autori greci e latini la patria di origine del pesco. Oggi si suppone che arrivò in Persia dalla Cina e da lì si diffuse nel Mediterraneo grazie ad Alessandro Magno. Oppure che giunse prima in Egitto, poi in Persia e in Siria e da lì venne introdotta in Italia.

Ne esistono moltissime varietà  che sono, inoltre, in continua evoluzione. Per questo, per catalogarle si utilizzano le caratteristiche del frutto, come l’ aspetto e il colore della buccia e il colore della polpa. Usando questo sitema si individuano 5 gruppi: pesche a polpa gialla, pesche a polpa bianca, nettarine a polpa gialla, nettarine a polpa bianca, percoche.

Nella spesa a casa di Zolle trovi nettarine, pesche a polpa bianca o gialla e talvolta anche le pesche Tabacchiere. In genere le inseriamo nelle Zolle tra maggio e giugno, ma ogni anno è diverso: dipende dalla stagione, da quanto sole c’è e dal tempo che fa!

 

 



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